MILANO

I NOSTRI PRESIDENTI

Col.
Alessandro Cicogna Mozzoni
(1911-2011)
Cap.
Giuseppe Gerosa Brichetto
(1910-1996)
Ten.
Sergio Pivetta
(1922-2018)
Gen.
Luigi Morena
(1917-2017)

PRESIDENTE
Dott. Aldo LI GOBBI

Via Antonio SCARPA, 11 20145 Milano | Tel. 02/48019968

Un pò di Storia (Milano città decorata di Medaglia d’Oro al Valore Militare)
Durante la seconda guerra mondiale Milano registrò i più gravi bombardamenti aerei mai subiti da una grande città italiana. Nell’agosto del 1943 nell’arco di una settimana Milano subì numerose incursioni aeree, che distrussero un terzo dell’area edificata e colpirono il 50 per cento degli edifici, lasciando 150 000 persone senzatetto. Gli aerei sganciarono le bombe da quote molto elevate, colpendo a caso gli edifici del centro storico. Il Teatro alla Scala, Palazzo Marino, la Rinascente, la sede del Corriere della Sera, gli stabilimenti della Pirelli, dell’Alfa Romeo e della Breda vennero pesantemente bombardati mentre la Galleria Vittorio Emanuele fu scoperchiata. Il Duomo fu risparmiato nonostante il crollo di decine di statue. Colpiti pure il Castello Sforzesco, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, Palazzo Reale, la Pinacoteca Ambrosiana e l’ospedale Fatebenefratelli.
Tragica fu la strage dei 184 bambini della scuola elementare di Gorla, il 20 ottobre 1944. Diciassette aerei del 451º Bomb Group dell’aviazione statunitense, fallito il bersaglio (gli stabilimenti Breda) perché fuori rotta, sganciarono 170 bombe da duecento chili sui quartieri di Gorla, Precotto e Turro. Una di queste colpì le scale della scuola mentre i bambini, gli insegnanti e il personale cercavano di raggiungere i rifugi: quel giorno si contarono 614 vittime.
Il 29 aprile 1945 i corpi di 18 gerarchi fascisti tra cui Mussolini stesso vennero esposti in piazzale Loreto. I gerarchi erano stati fucilati da un gruppo di partigiani comandati da Walter Audisio il pomeriggio del 28 aprile. La folla incominciò a calpestare e colpire i corpi ricoprendoli di sputi, e solo grazie all’intervento di vigili del fuoco e di alcuni partigiani i cadaveri furono sottratti all’ira della folla e appesi a testa in giù sulla pensilina del distributore presente nella piazza. (scheda completa)

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