COMUNICATO

L’Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze Armate intende dissociarsi dall’accusa rivolta dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia all’Esercito Italiano di aver realizzato un calendario storico per l’anno 2024 nel quale verrebbe esaltato il ruolo avuto fino all’8 settembre 1943 nella seconda Guerra Mondiale, chiedendone il ritiro.
La presa di posizione dell’ANPI appare, infatti, offensiva nei confronti dell’Esercito che ha realizzato una pubblicazione la quale, al contrario di quanto denunciato, vuole invece esaltare l’impegno morale dei soldati italiani i quali, sia prima sia dopo l’8 settembre, furono mossi solo dal dovere imposto dal giuramento alla Patria e non da ideologie.
Militari di ogni grado, che dopo aver combattuto con onore ed eroismo dal 1940 al 1943 la guerra che, si ricordi, era stata dichiarata da quelle che erano le legittime autorità nazionali dell’epoca, nella situazione di grande confusione generatasi dopo l’ 8 settembre decisero, senza esitazione, di combattere per la liberazione dell’Italia, seguendo lo stesso dovere chiamato dal giuramento.
Non tutti gli italiani all’epoca fecero una scelta, perché ci fu anche chi scelse di andare a casa e chi di attendere di capire quale sarebbe stato il “carro del vincitore”.
Tra coloro che invece fecero una scelta, ci fu chi seguì l’idea di un’Italia asservita ad una Germania nazista, già moralmente condannata dalla Storia, chi scelse di combattere per altre ideologie liberticide, che nei decenni successivi sarebbero state anch’esse moralmente condannate dalla Storia, e chi, come quei Soldati citati nel Calendario, combatterono per la Patria, per un’Italia libera e non asservita a ideologie liberticide, che avesse poi la possibiltà di entrare a testa alta nell’Europa libera e democratica.
Furono questi gli eroi, chi decorato – e nel calendario ne è riportata solo una piccola rappresentanza – e chi rimasto anonimo, che hanno saputo riconquistare la libertà e la democrazia di cui ancora oggi tutti noi godiamo, per cui appare pretestuoso innescare una polemica solo politica laddove non ne esistono i presupposti, né politici né morali.
Purtroppo sembra dare fastidio, a chi vorrebbe appropriarsi di un’eredità morale che non è di una sola parte politica, dover riconoscere che vi furono anche Italiani che in quegli anni combatterono per l’Italia e per la Patria, rifuggendo da qualsiasi cultura politica.
Altrettanto può dar fastidio, a chi tenta di imporre una lettura “di parte” della Resistenza, dover riconoscere che molte figure chiave del movimento partigiano furono Ufficiali di carriera.
La nostra Associazione assicura la propria solidarietà all’Esercito ed alle Forze Armate italiane, chiamate in questi tempi ad un ruolo di primaria importanza nel mantenimento della sicurezza e della pace in un mondo in cui sono riemerse le ambizioni imperialistiche che hanno caratterizzato la storia dei secoli scorsi e che poco più di ottant’anni fa innescarono la seconda guerra mondiale. Siamo certi che le nostre Istituzioni militari sono degne della fiducia che i cittadini italiani ripongono in loro.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Gen. C.A. (ris) Enrico Pino

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